Samstag, 14. März 2015

some reviews about sonic blue



A few years ago I picked up Bestiardio, a unique recording from Angélica Castelló that to this day remains thoroughly unclassifiable.  Sonic Blue may be easier to classify, but is no less fascinating; it’s a (mostly) underwater soundscape enhanced by the sub-contra bass, colloquially known as the supergreatbass recorder.  Originally commissioned for a festival network, Sonic Blue is now poised to reach a larger audience, thanks to this vinyl release.
The field recordings come from Castelló and a small group of friends, who were led around Norway’s Lofoten Islands by a seasoned guide.  When it comes to making hydroponic recordings, it helps to have someone aware of the local sonic sources, in the same way as it helps to have a guide in the Amazon.  Some spots are simply richer than others, and Heike Vester is particularly interested in whales.  While this is not a whale-woodwind recording like David Rothenberg’s attempted clarinet duets, it’s easy to imagine the whales reacting in some way.  The deep tones of the sub-contra bass are particularly suited to such interaction, as they sound like drones, something that only a deep-throated creature might produce.  The 17th minute of the first piece is particularly rich in whale song, as well as the crackle of what may be brine shrimp.  When listening, one imagines the artist blowing the bass into the water (which she certainly did not do), as the arrangement of Sonic Blue makes it seem like a simultaneous recording.  Instead, it’s a soundscape, meticulously arranged.  Early in the piece, we hear the seagulls; later we hear the underwater creatures and the lapping of waves.  This “imagined underwater world” is no less “real” due to its construction; instead, the recording combines aspects of sound to paint a fuller picture.
Consider for a moment the opening sounds of the second side, which come across as comparisons of breath: the artist’s breath through her instrument and the whale’s breath through a blowhole.  Or the deep blue circles of the cover, which suggest pressurized depth, expanding sound or a whale’s eye.  A great mystery lies beneath the depths, amplified by recent studies involving the transmission of whale songs (as opposed to whale song).  As researched by Hal Whitehead and Luke Rendell in the recent book The Cultural Lives of Whales and Dolphins, long songs are learned by entire pods and spread from ocean to ocean, where they are learned by new communities.  It’s exciting to think that we are hearing snatches of such songs on Sonic Blue - not mere signals, but portions of longer works.  If this is the case, Castelló may have more in common with her subjects than she realizes; these records are now leaving the distributor to travel around the world, where they will be heard by new audiences.  And who knows?  Perhaps a whale will imitate a sub-contra bass in a future work, completing the circle.  (Richard Allen / http://acloserlisten.com ) 

Una raccolta di field recordings registrati nelle isole Lofoten, a nord della Norvegia, sono lo spunto per costruire una sinfonia dei mari. Onde che si rifrangono su scogli isolati, il rincorrersi degli uccelli e il canto delle balene sono gli elementi transformati dalla musicista spagnola, da anni residente a Vienna, in voci della sua particolarissima orchestra. Le due facce dell'LP si legano senza soluzione di continuiatá, come le acque dei mari e degli oceani abbracciano i continenti isolandoli l'uno dall'altro il viaggio della Castello è a 360 gradi: Artico / Mediterráneo / Pacifico, sul lato A, Indico / Caribe / Golfo / Atlantico sul lato B. Una Sinfonia Dei Mari.ROCKERILLA roberto mandolini

Klänge der Fauna (1) Neue Gesänge der Buckelwale Die gebürtige Mexikanerin und in Wien ansässige Komponistin/Sound Designerin Angelicá Castelló legt mit Sonic Blue (Interstellar Records) ein gleichermaßen das Unterbewusstsein ansprechendes wie im Sinne der Ökologie alarmierendes Album vor, dass auf Basis von Unterwasseraufnahmen tief in die (nicht nur) von akustischer Umweltverschmutzung bedrohte Welt der Meeresbewohner dringt. Eine mit dem österreichischen Outstanding Artist Award ausgezeichnete Auftragsarbeit für das ORF (Musikprotokoll im steirischen Herbst/European & International Cities of Advanced Sound), die nun auf Vinyl sowie als Download zum wiederholten Eintauchen einlädt.
Vor rund einem Vierteljahrhundert avancierten die Gesänge der Buckelwale (Zweitausenseins) zum Klassenschlager der Field Recordings. Seitdem wurden die Verlautbarungen der Meeressäuger immer wieder gerne – und geradezu zu Tode – gesampelt, um das populäre Bedürfnis nach Wal-Kitsch zu befrieden. Natürlich gehörte es dabei zum guten Brustton der political correctness, den Walfang, zu welchem Zwecke auch immer, zu verteufeln. Schließlich wollte man die Viecher ja auch mal selbst auf offener See erleben…
Erst nach und nach setzt sich die Kenntnis davon durch, dass nicht allein die japanische Delikatessenküche die Wale bedroht, sondern dass sich ihr gesamter Lebensraum einer voranschreitenden akustischen Belastung ausgesetzt sieht, deren Folgen zwar noch nicht absehbar sind, jedoch von Meeresbiologen mit Besorgnis registriert werden.
Vor diesem Hintergrund hat Angélica Castelló gemeinsam mit der Co-Kuratorin Susanna Niedermeyer die Bioakustikerin Heike Vester auf den Lofoten aufgesucht, um vor Ort und mithilfe eines Sub-Bass-Rekorders das akustische Unterwasserszenario aufzuzeichnen und anschließend der künstlerischen Formgebung zu unterziehen. Doch es sind nicht allein die prädominanten (wohlbekannten) Wal-„Gesänge“, die das submarine Klangbild konstituieren.
Denn allein die Vermutung, dass manche der vernehmbar gemachten Klänge ihren Ursprung in Explosionen und Probebohrungen zur Erschließung weiterer Öl- und Gasvorkommen haben könnten, mischt ein angemessenes Unbehagen in das Erlebnis von Tiefenentspannung, die sich mit Sonic Blue sicherlich auch erzielen lässt.
AMUSIO.COM stephan wolf

“Sonic Blue” (…) è un grande affresco di una vita che sfugge all’incrocio di altre vite, che va cercata, ascoltata, come lo stetoscopio sulla schiena, come l’orecchio sul ventre materno, come l’uomo poggia i suoi piedi sul suolo naturale o che sprofonda nei suoi abissi. Ma, per far arte, vivere non basta, la vita va cercata.
Angelica Castelló, lo sapeva già nel 2013 che Sonic Blue sarebbe stata un’opera essenziale nella sua carriera di compositrice. Imbarcandosi verso un viaggio nell’arcipelago delle Lofoten, ha incontrato il biologo e ricercatore bioacustico Heike Vester che ha fondato l’organizzazione Ocean Sounds (per la precisione nel villaggio di pescatori Henningsvaer, nel 2005. Da questo incontro, un altro incontro: le balene intorno alle isole Lofoten. Ecco, il viaggio che conduce verso queste affascinanti creature (il loro suono ha affascinato gli uomini per secoli, si pensi al documentario di Herzog Encounters at the End of the World, girato nella stazione di McMurdo in Antartide) è solo il framework acustico di questa esperienza.
Con Sonic Blue l’artista crea il suo immaginario subacqueo che fa immergere l’ascoltatore nel grande mare di suoni prodotto dal suo registratore (subgreatbass recorder), il suo principale strumento insieme al flauto Paetzold, particolare strumento a fiato, usato prevalentemente nella musica contemporanea, costituito da tasselli lignei (quindi doppia sorgente: il soffio e la percussione). Ma, essendo un lavoro acustico, e di conseguenza un lavoro che coglie nel dettaglio la moltitudine di suoni che circonda la vita, è necessario avere strumenti e capacità tecniche consone all’operazione. Di seguito è bene specificare i ruoli dell’equipe che ha accompagnato Castelló nella produzione dell’opera: “Concept, mixing”: Angélica Castelló; “Underwater recordings”: Heike Vester, Richie Herbst, Angélica Castelló; “Field recordings in Norway”: Angélica Castelló, Richie Herbst; “Field recordings in Spitzbergen”: Susanna Niedermayr; “Field recordings and other sounds”: Urkuma; All other sounds and Paetzold recorder: Angélica Castelló.
In tutto troviamo due tracce, composizioni in più movimenti. Ártico / Mediterraneo / Pacifico, Índico / Caribe / Golfo Atlàntico. Dalle registrazioni sulla barca fino alle profondità subacquee costituite da vibrazioni di basse frequenze. Le intrusioni di Paetzold, quasi didgeridoo, quasi vento, quasi insetto, dialoga con i rumori circostanti, con le meccaniche degli apparecchi, con il grido dei gabbiani. Il ventre del mondo mormora, e Castelló si inserisce nel suo mormorio, una sorta di Orfeo che tenta di far fuoriuscire il suono nella sua possibilità di ricollocazione rispetto allo status originario. Ecco quindi che, il verso delle balene, soprattutto nella seconda traccia, da originario, diventa originale (quel suono ha la propria vita, oltre il suo ambiente, oltre il take, più lontano della registrazione e indipendente dallo strumento utilizzato), elaborato e accostato ad altri “organismi” sonori, componendo una sinfonia (ricorda i lavori di Thomas Köner o di Lawrence English, nel suo Shadow Of The Monolith).
Sonic Blue, opera premiata nel 2014 dal Ministero Federale Austriaco per le Arti e la Cultura, è un grande affresco di una vita che sfugge all’incrocio di altre vite, che va cercata, ascoltata, come lo stetoscopio sulla schiena, come l’orecchio sul ventre materno, come l’uomo poggia i suoi piedi sul suolo naturale o che sprofonda nei suoi abissi. Ma, per far arte, vivere non basta, la vita va cercata. (carnagenews.com riccardo gorone)

Hoorspelen, wanneer, nou ja, 'hoor' je die nu op de Nederlandse radio? In Duitsland en Oostenrijk is er een rijke traditie op dit gebied, die zich inmiddels ook uitstrekt tot de geluidskunst. Verschillende zenders geven artiesten opdrachten om speciaal voor de radio werk te maken. Zo ook Angélica Castelló die een commissie kreeg van de ORF in Wenen.
De Mexicaanse Castelló toog met Susanne Niedermayr, die de klankkunst voor de Oostenrijkse radio cureert, naar Noorwegen. Bij de eilandengroep Lofoten gingen zij samen met Heike Vester (bioloog en bio-akoestisch onderzoeker) de zee op om geluiden te verzamelen. Deze reis en het compositieproces voor Sonic Blue werden tot een hoorspel gemaakt. Het stuk zelf verschijnt in twee lange delen op plaat.
Castelló's werkstuk is allesbehalve new-agerige 'zwemmen met walvissen'-muzak. In de golvende ambient barst het van onderwaterleven, maar is ook voortdurend een dramatische spanning voelbaar. Of zeg maar gerust: een verstoring. Zo vreemd is dat niet, want voor de Noorse kusten wordt met seismische onderzoeken gezocht naar olie en gas. Deze ontploffingen zorgen voor schokgolven die van grote invloed zijn op het zeeleven en het klankhabitat daarvan.
In Sonic Blue vermengt Castelló elektronische klanken, geluiden uit oude radio's, veldopnamen en haar eigen spel op de contrabasfluit. Voor haar staat de zee symbool voor het onderbewuste. Wederom: niet zweverig, maar op een manier die je onwillekeurig bij de kladden grijpt. Zoals Cousteau de lokroep nooit lang heeft weerstaan; zoals Melville schreef: "Niemand weet welk zoet mysterie de zee omgeeft, waarvan de elegante, verschrikkelijke bewegingen lijken te spreken van een verborgen ziel daaronder." Die roerselen zijn door Castelló van een intrigerend sonisch portret voorzien. (http://kindamuzik.net/ sven schlijper)

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