A few years ago I picked up
Bestiardio, a unique recording from
Angélica Castelló that to this day remains thoroughly unclassifiable.
Sonic Blue may
be easier to classify, but is no less fascinating; it’s a (mostly)
underwater soundscape enhanced by the sub-contra bass, colloquially
known as the supergreatbass recorder. Originally commissioned for a
festival network,
Sonic Blue is now poised to reach a larger audience, thanks to this vinyl release.
The field recordings come from Castelló and a small group of
friends, who were led around Norway’s Lofoten Islands by a seasoned
guide. When it comes to making hydroponic recordings, it helps to have
someone aware of the local sonic sources, in the same way as it helps to
have a guide in the Amazon. Some spots are simply richer than others,
and Heike Vester is particularly interested in whales. While this is
not a whale-woodwind recording like David Rothenberg’s attempted
clarinet duets, it’s easy to imagine the whales reacting in some way.
The deep tones of the sub-contra bass are particularly suited to such
interaction, as they sound like drones, something that only a
deep-throated creature might produce. The 17th minute of the first
piece is particularly rich in whale song, as well as the crackle of what
may be brine shrimp. When listening, one imagines the artist blowing
the bass into the water (which she certainly did
not do), as the arrangement of
Sonic Blue makes
it seem like a simultaneous recording. Instead, it’s a soundscape,
meticulously arranged. Early in the piece, we hear the seagulls; later
we hear the underwater creatures and the lapping of waves. This
“imagined underwater world” is no less “real” due to its construction;
instead, the recording combines aspects of sound to paint a fuller
picture.
Consider for a moment the opening sounds of the second side, which
come across as comparisons of breath: the artist’s breath through her
instrument and the whale’s breath through a blowhole. Or the deep blue
circles of the cover, which suggest pressurized depth, expanding sound
or a whale’s eye. A great mystery lies beneath the depths, amplified by
recent studies involving the transmission of whale songs (as opposed to
whale
song). As researched by Hal Whitehead and Luke Rendell in the recent book
The Cultural Lives of Whales and Dolphins,
long songs are learned by entire pods and spread from ocean to ocean,
where they are learned by new communities. It’s exciting to think that
we are hearing snatches of such songs on
Sonic Blue - not mere
signals, but portions of longer works. If this is the case, Castelló
may have more in common with her subjects than she realizes; these
records are now leaving the distributor to travel around the world,
where they will be heard by new audiences. And who knows? Perhaps a
whale will imitate a sub-contra bass in a future work, completing the
circle.
(Richard Allen / http://acloserlisten.com )
Una raccolta di field recordings registrati nelle isole Lofoten, a nord
della Norvegia, sono lo spunto per costruire una sinfonia dei mari. Onde
che si rifrangono su scogli isolati, il rincorrersi degli uccelli e il
canto delle balene sono gli elementi transformati dalla musicista
spagnola, da anni residente a Vienna, in voci della sua particolarissima
orchestra. Le due facce dell'LP si legano senza soluzione di
continuiatá, come le acque dei mari e degli oceani abbracciano i
continenti isolandoli l'uno dall'altro il viaggio della Castello è a 360
gradi: Artico / Mediterráneo / Pacifico, sul lato A, Indico / Caribe /
Golfo / Atlantico sul lato B. Una Sinfonia Dei Mari.
ROCKERILLA roberto mandolini
Klänge der Fauna (1)
Neue Gesänge der Buckelwale
Die gebürtige Mexikanerin und in Wien ansässige Komponistin/Sound
Designerin Angelicá Castelló legt mit Sonic Blue (Interstellar Records)
ein gleichermaßen das Unterbewusstsein ansprechendes wie im Sinne der
Ökologie alarmierendes Album vor, dass auf Basis von
Unterwasseraufnahmen tief in die (nicht nur) von akustischer
Umweltverschmutzung bedrohte Welt der Meeresbewohner dringt. Eine mit
dem österreichischen Outstanding Artist Award ausgezeichnete
Auftragsarbeit für das ORF (Musikprotokoll im steirischen
Herbst/European & International Cities of Advanced Sound), die nun
auf Vinyl sowie als Download zum wiederholten Eintauchen einlädt.
Vor rund einem Vierteljahrhundert avancierten die Gesänge der Buckelwale
(Zweitausenseins) zum Klassenschlager der Field Recordings. Seitdem
wurden die Verlautbarungen der Meeressäuger immer wieder gerne – und
geradezu zu Tode – gesampelt, um das populäre Bedürfnis nach Wal-Kitsch
zu befrieden. Natürlich gehörte es dabei zum guten Brustton der
political correctness, den Walfang, zu welchem Zwecke auch immer, zu
verteufeln. Schließlich wollte man die Viecher ja auch mal selbst auf
offener See erleben…
Erst nach und nach setzt sich die Kenntnis davon durch, dass nicht
allein die japanische Delikatessenküche die Wale bedroht, sondern dass
sich ihr gesamter Lebensraum einer voranschreitenden akustischen
Belastung ausgesetzt sieht, deren Folgen zwar noch nicht absehbar sind,
jedoch von Meeresbiologen mit Besorgnis registriert werden.
Vor diesem Hintergrund hat Angélica Castelló gemeinsam mit der
Co-Kuratorin Susanna Niedermeyer die Bioakustikerin Heike Vester auf den
Lofoten aufgesucht, um vor Ort und mithilfe eines Sub-Bass-Rekorders
das akustische Unterwasserszenario aufzuzeichnen und anschließend der
künstlerischen Formgebung zu unterziehen. Doch es sind nicht allein die
prädominanten (wohlbekannten) Wal-„Gesänge“, die das submarine Klangbild
konstituieren.
Denn allein die Vermutung, dass manche der vernehmbar gemachten Klänge
ihren Ursprung in Explosionen und Probebohrungen zur Erschließung
weiterer Öl- und Gasvorkommen haben könnten, mischt ein angemessenes
Unbehagen in das Erlebnis von Tiefenentspannung, die sich mit Sonic Blue
sicherlich auch erzielen lässt.
AMUSIO.COM stephan wolf
“Sonic Blue” (…) è un grande affresco di una vita che sfugge
all’incrocio di altre vite, che va cercata, ascoltata, come lo
stetoscopio sulla schiena, come l’orecchio sul ventre materno, come
l’uomo poggia i suoi piedi sul suolo naturale o che sprofonda nei suoi
abissi. Ma, per far arte, vivere non basta, la vita va cercata.
Angelica Castelló, lo sapeva già nel
2013 che Sonic Blue sarebbe stata un’opera essenziale nella sua carriera
di compositrice. Imbarcandosi verso un viaggio nell’arcipelago delle
Lofoten, ha incontrato il biologo e ricercatore bioacustico Heike Vester
che ha fondato l’organizzazione Ocean Sounds (per la precisione nel
villaggio di pescatori Henningsvaer, nel 2005.
Da questo incontro, un altro incontro: le balene intorno alle isole
Lofoten. Ecco, il viaggio che conduce verso queste affascinanti creature
(il loro suono ha affascinato gli uomini per secoli, si pensi al
documentario di Herzog Encounters at the End of the World, girato nella
stazione di McMurdo in Antartide) è solo il framework acustico di questa
esperienza.
Con Sonic Blue l’artista crea il suo immaginario subacqueo che fa
immergere l’ascoltatore nel grande mare di suoni prodotto dal suo
registratore (subgreatbass recorder), il suo principale strumento
insieme al flauto Paetzold, particolare strumento a fiato, usato
prevalentemente nella musica contemporanea, costituito da tasselli
lignei (quindi doppia sorgente: il soffio e la percussione). Ma, essendo
un lavoro acustico, e di conseguenza un lavoro che coglie nel dettaglio
la moltitudine di suoni che circonda la vita, è necessario avere
strumenti e capacità tecniche consone all’operazione. Di seguito è bene
specificare i ruoli dell’equipe che ha accompagnato Castelló nella
produzione dell’opera: “Concept, mixing”: Angélica Castelló; “Underwater
recordings”: Heike Vester, Richie Herbst, Angélica Castelló; “Field
recordings in Norway”: Angélica Castelló, Richie Herbst; “Field
recordings in Spitzbergen”: Susanna Niedermayr; “Field recordings and
other sounds”: Urkuma; All other sounds and Paetzold recorder: Angélica
Castelló.
In tutto troviamo due tracce, composizioni in più movimenti. Ártico /
Mediterraneo / Pacifico, Índico / Caribe / Golfo Atlàntico. Dalle
registrazioni sulla barca fino alle profondità subacquee costituite da
vibrazioni di basse frequenze. Le intrusioni di Paetzold, quasi
didgeridoo, quasi vento, quasi insetto, dialoga con i rumori
circostanti, con le meccaniche degli apparecchi, con il grido dei
gabbiani. Il ventre del mondo mormora, e Castelló si inserisce nel suo
mormorio, una sorta di Orfeo che tenta di far fuoriuscire il suono nella
sua possibilità di ricollocazione rispetto allo status originario. Ecco
quindi che, il verso delle balene, soprattutto nella seconda traccia,
da originario, diventa originale (quel suono ha la propria vita, oltre
il suo ambiente, oltre il take, più lontano della registrazione e
indipendente dallo strumento utilizzato), elaborato e accostato ad altri
“organismi” sonori, componendo una sinfonia (ricorda i lavori di Thomas
Köner o di Lawrence English, nel suo Shadow Of The Monolith).
Sonic Blue, opera premiata nel 2014 dal Ministero Federale Austriaco per
le Arti e la Cultura, è un grande affresco di una vita che sfugge
all’incrocio di altre vite, che va cercata, ascoltata, come lo
stetoscopio sulla schiena, come l’orecchio sul ventre materno, come
l’uomo poggia i suoi piedi sul suolo naturale o che sprofonda nei suoi
abissi. Ma, per far arte, vivere non basta, la vita va cercata.
(
carnagenews.com riccardo gorone)
Hoorspelen, wanneer, nou ja, 'hoor' je die nu op de Nederlandse radio?
In Duitsland en Oostenrijk is er een rijke traditie op dit gebied, die
zich inmiddels ook uitstrekt tot de geluidskunst. Verschillende zenders
geven artiesten opdrachten om speciaal voor de radio werk te maken. Zo
ook Angélica Castelló die een commissie kreeg van de ORF in Wenen.
De Mexicaanse Castelló toog met Susanne Niedermayr, die de klankkunst
voor de Oostenrijkse radio cureert, naar Noorwegen. Bij de eilandengroep
Lofoten gingen zij samen met Heike Vester (bioloog en bio-akoestisch
onderzoeker) de zee op om geluiden te verzamelen. Deze reis en het
compositieproces voor Sonic Blue werden tot een hoorspel gemaakt. Het
stuk zelf verschijnt in twee lange delen op plaat.
Castelló's werkstuk is allesbehalve new-agerige 'zwemmen met
walvissen'-muzak. In de golvende ambient barst het van onderwaterleven,
maar is ook voortdurend een dramatische spanning voelbaar. Of zeg maar
gerust: een verstoring. Zo vreemd is dat niet, want voor de Noorse
kusten wordt met seismische onderzoeken gezocht naar olie en gas. Deze
ontploffingen zorgen voor schokgolven die van grote invloed zijn op het
zeeleven en het klankhabitat daarvan.
In Sonic Blue vermengt Castelló elektronische klanken, geluiden uit oude
radio's, veldopnamen en haar eigen spel op de contrabasfluit. Voor haar
staat de zee symbool voor het onderbewuste. Wederom: niet zweverig,
maar op een manier die je onwillekeurig bij de kladden grijpt. Zoals
Cousteau de lokroep nooit lang heeft weerstaan; zoals Melville schreef:
"Niemand weet welk zoet mysterie de zee omgeeft, waarvan de elegante,
verschrikkelijke bewegingen lijken te spreken van een verborgen ziel
daaronder." Die roerselen zijn door Castelló van een intrigerend sonisch
portret voorzien.
(
http://kindamuzik.net/ sven schlijper)